Elisa Dama si forma al magistero d'arte di Tabusso, valente artista torinese nel cui ambiente, la nostra pittrice coglie essenziali suggerimenti di stile e di forma, nella suggestione di un simbolismo ...
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TESTIMONIANZE
Elisa Dama si forma al magistero d'arte di Tabusso, valente artista torinese nel cui ambiente, la nostra pittrice coglie essenziali suggerimenti di stile e di forma, nella suggestione di un simbolismo d'induzione casoratiana. Ma in definitiva, in proseguo di tempo, volge a ricerche più personalizzate, in rapporto e in sintonia a situazioni e momenti esistenziali e culturali, d'incidenza sociale e d'impatto umano. L'uomo, la comunità, l'ambiente in cui vive e opera sono privilegiati soggetti della sua arte.
Ne configura immagini, fatti, delinea problematiche secondo un didascalico procedere, incisivo e lineare ma stranamente conquiso di mistero, sommerso di spazi surreali, metafisici.
L'assieme, volta a volta, d'impronta realistica, con cadenze e raccordi astratti d'aspirazione cubista, o all'urgere dell'inconscio, ma di concettuale, armoniosa fusione.
Uno strano “assemblage” linguistico di forme e colori emblematicamente espresso, con criterio di sintesi e di ordine.
Una specie di raffinato rebus dell'immagine in cui si adombrano o si occultano problemi del nostro tempo, di codesta nostra tecnologica società dei consumi, si pongono inquietanti, affascinanti interrogativi.
Arte dunque d'indubbio interesse, velatamente sofisticata, composita, ma non priva di una singolare poetica; di modulare concezione, con una sua etica e una sua morale.
Per antologia di valori formali più che concettuali, può ricordare certa pittura dell'antico Egitto, esplicativa dell'idea religiosa, dell'eterno; e gestuali graffiti rupestri della preistoria, ed ancora angosciate, tormentate immagini dell'arte gotica.
Eppure disegni e dipinti di Elisa Dama, nascono da un travaglio interiore, da un atteggiarsi di coscienza, svelano un segreto volgere al trascendente, nella formulazione estetica più che nei contenuti.
Vi è si nella pittura, forse, criterio pedagogico, concetto del reale, atteggiarsi a denuncia e protesta, rigore e ordine espositivo, ma oltre possibili remore linguistiche e concettuali, la mente spazia su orizzonti aperti, nel mito del fantastico e sfiora problemi dell'anima.