ESPOSIZIONI PERSONALI
(..) L’opera d’arte come parte di sé, poco “prezzabile” dunque, l’opera d’arte come filigrana in controluce dell’animo, poco mescolabile con i ritmi di un mercato che, facendosi maturo, diviene più frenetico, richiede quantità commisurabili per stile, temi, formato e in parte spersonalizza. E tuttavia la “sfida” con se stessa, costituita da ogni opera, rimane il filo conduttore di tutta la sua produzione; l’opera è sempre una domanda, che apre ad una possibile risposta; l’opera è un problema posto in termini iconografici.
La persona, l’individuo, la riflessione libera e personale sull’uomo, appaiono come l’ambito prioritario da sommare ai pochi dati disponibili di una biografia schiva, così rara in un contesto che si avviava al vociante apparire di superficie; e forse ci aiuta assai più e assai meglio nel tentativo di rileggere la sua non troppo vasta produzione.
Si aggiunga che questa chiusura in se stessa costituisce la terza, individuale ricchezza di una persona, che attraverso il segno ha voluto lasciare una traccia, diversa, poetica, nei confronti dell’altra, umana, lasciata in eredità a chi l’ha conosciuta. (...)
Mauro Corradini